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21/06/2007 SISTEMI INFORMATIVI COMUNICAZIONE E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Dalle vicende della sicilia nord orientale a quelle di Tortorici - Appunti per una Storia Critica
Libro di Sebastiano Franchina - Edizioni Di Nicolò - Messina 1996
  
   Il Volume, pubblicato postumo dal figlio Piero Carmine, è frutto di intense ricerche iniziate già negli anni '40 e, purtroppo, mai ultimate.
   Sarebbe limitativo dire che nel Libro è trattata la Storia di Tortorici. Consapevole infatti che la Storia di un popolo è il risultato, anche delle azioni, vicende e decisioni esterne, è divenuto indispensabile all'Autore inserire la Storia di Tortorici almeno nell'ambito della Storia della Sicilia.  Inoltre, nel Testo, la Storia di Tortorici diviene Storia di numerosi altri centri, specie della Sicilia nord orientale, per essere assoggettati allo stesso barone o marchese - v. Monforte, Saponara, Calvaruso, Graniti, Gesso, Ficarra, Roccella Valdemone, Castiglione di Sicilia, Francavilla di Sicilia, ecc. -, o per essere stati fondati dal signorotto di turno di Tortorici - v. S. Salvatore di Fitalia, Gioiosa Marea, ecc. -, o perchè con Tortorici hanno condiviso   più o meno importanti vicende storiche - v. Naso, Capo d'Orlando, S. Piero Patti, Novara di Sicilia, ecc. - o sono stati accomunati, in determinate vicende, da simili destini - v. Mistretta, Randazzo, S. Marco d’Alunzio, S. Fratello, ecc. -. Ecco, allora, che non ci sembra restrittivo considerare il Testo come una indispensabile guida per una Storia critica - almeno - di buona parte dei centri della Sicilia Nord Orientale.
    Dopo aver riportato notizie, confuse tra storia e legenda, degli 681 ed il 703 circa, l'A. passa al periodo di dominazione Araba che dal 700 interessò Tortorici e la Sicilia fino alla seconda meta dell' XI secolo.
   Dal 1231, con la più antica concessione, con cui Federico di Svevia concedeva Turturichi a Guidone Pollicino comincia il periodo di dominazione feudale di Tortorici che vede alternarsi membri della famiglia Sveva, Lanfranco Pollicino, a membri della famiglia Angiona, con Bertrando e Girardo de Artus, per poi tornare ai Pollicino con Giordano Manfredi e nuovamente agli Angioini con Ruggero Lauria e ancora agli Svevi con Giordano Pollicino. Segue poi Vinciguerra Aragona, fino a quando, nel 1398 il re Martino I restituisce la baronia di Tortorici a Ruggero Pollicino a cui succede il primogenito, Gaspare Pollicino senior. Al figlio Federico succede poi il primogenito Gaspare Pollicino junior. La mancanza di prole maschile fa sì che divenga baronessa di Tortorici la primogenita Agnese Pollicino che sposa Federico Moncada, dei Moncada di Sicilia.
Nel 1562, le Baronie di Tortorici e Monforte passano al secondogenito di Federico ed Agnese Pollicino, ossia a Federico Moncada junior, che, oltre ad essere barone di Tortorici e di Monforte, erediterà dal padre le baronie di Saponara e Calvaruso.
Federico Moncada vende la baronia a D.a Aloysia Mastrilli e Corbera, ed è gestita dal figlio di questa Don Gerolamo Mastrilli che si investe ufficialmente del possesso di Tortorici nel 1611 con il titolo di Marchese
Nel 1627, alla morte di Gerolamo, prende finalmente corpo la lunga ed estenuante causa, già iniziata il 4 giugno 1583, con cui l'Università di Tortorici aveva chiesto il recattito, ossia il riscatto, dal giogo feudale e l'annessione al Regio Demanio. Il 15 ottobre 1623 un General Consiglio stabilisce come pagare il prezzo di 14.000 onze necessarie al riscatto che solo il 25 ottobre 1630 possono essere depositate alla Tavola di Palermo per il pagamento della baronia.
   E, finalmente, il 31 ottobre 1630, il riscatto di Tortorici dal giogo feudale, prima città di Sicilia, è cosa fatta.
    Fatti salienti del secolo XVII e del dopo-riscatto sono:
- l'elezione di Tortorici di a Città Capo-Comarca, tra il 1632 ed il 1635;
- la sentenza con cui il R. Patrimonio concede al Monte Pallavicino di entrare nell'amministrazione diretta della città per soddisfare i propri crediti, a far data dall'11 giugno 1682;
- appena cinque giorni prima della scadenza di cui sopra, la terribile alluvione del 6 giugno 1682 che definitivamente mette in ginocchio la città e la sua pur florida economia, con le relative conseguenze che verranno sofferte per oltre un secolo.
Molto più diluiti risultano i fatti e le documentazioni riportate per i secoli XVIII e XIX, non avendo avuto l'Autore il tempo di completare l'opera con i pur immensi appunti già in suo possesso.

le Informazioni contenute in questa pagina sono state gentilmente fornite dal figlio del Prof. Sebastiano Franchina (Piero Carmine)
 
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