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26/02/2006 SISTEMI INFORMATIVI COMUNICAZIONE E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Chiesa San Nicolò di Bari

Chiesa di San Nicola, già esistente prima del 1400; ritenuta la più antica; fu praticato il rito greco fino al 1502. Nel 1663 per un cospicuo lascito di Don Matteo Calà, Commissario della Inquisizione della "Comarca" di Tortorici, fu eretta la Insigne Collegiata con un capitolo di tredici canonici. Parzialmente distrutta dall'alluvione del 1682, fu ricostruita nella stesso sito e fu completata nella parte esterna nel 1804, come da iscrizione sulla facciata.

Chiesa ad una sola navata, era munita fino a poco tempo fa di ben 14 altari. Nell'altare centrale in legno sono custodite le reliquie di S. Nicolò di Mira. Nell'abside si conservano due tele  del pittore locale, discepolo del celebre Giuseppe Tomasi, Francesco Napoli: "Circoncisione di Gesù" del 1713 e "San Nicolò di Mira" del 1684.

Sulla parete destra, dove vi era la cappella (altare) delle “Anime del purgatorio”, rimane il bel dipinto del Tomasi raffigurante le "Anime del purgatorio" recentemente restaurato. Nella tela, in basso a destra, si nota una figura che sembra estranea a tutta l'impostazione del dipinto; Molto verosimilmente si tratta del ritratto dello stesso pittore. Sulla parete sinistra, in fondo si nota il dipinto "Vergine dolente" attribuito al Tomasi..

Pregevole è  l'altare della Madonna del Carmine con in basso paliotto in legno con nicchie; Colonne intrecciate in legno sostengono la nicchia entro cui si trova la statua della Madonna del Carmine col Bambino in braccio mentre in ginocchio vi sono due Santi carmelitani genuflessi, quest’opera è attribuiile allo scultore locale Sebastiano Leone, mentre l’indoratore potrebbe essere Giuseppe di Giovanni. Nel capolino l'Eterno Padre. Questa cappella era già attiva nel 1607. In posizione frontale, si trovano le statue intagliate in legno e decorate della Madonna, S. Giuseppe e il Bambino. Nel 1786 il Maestro Filippo Franchina realizza il soffitto per "tarì" (moneta del periodo) diciotto per ogni canna; Mentre il Maestro Raffaele Lavalli di Palermo per "oncie" (moneta del periodo) cinquantaquattro nel 1570, realizza il magnifico organo.

 
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