Festa delle tre verginelle - La tradizione

La festa delle tre vergini si svolge la prima domenica di agosto nel feudo Acqua Santa, appartenuto una volta alla famiglia Cupane ed ora acquisito dall'Azienda Forestale.

La località, a quota 1300 m. sulla sponda destra del fiume Flascio, si può raggiungere a piedi, a cavallo e con auto che bisogna posteggiare a circa 500 m. dal luogo in cui sorge la Chiesa.

Il giorno della festa l'assai cortese corpo forestale con i propri mezzi trasporta gli impediti anche in questo ultimo tratto che è sbarrato da un cancello. La Chiesa, quella antica diroccata e quella nuova quasi ultimata, si trova in prossimità della casa forestale che occupa il demolito filare di case nelle quali dimoravano pastori e contadini nel periodo della semina del grano e della raccolta. All'interno di queste case venivano lasciate delle derrate a disposizione di qualche sprovveduto che si fosse fatto cogliere in alta montagna dalle intemperie o dalla neve senza poter raggiungere l'abitato.

A circa 600 m. più in alto si trova una cappelletta ( “a casotta”) composta di due vani. Nel primo è stato realizzato un pozzetto con arco semi circolare che contiene dell'acqua giallastra, verosimilmente di natura sulfurea, che gorgoglia quando il pellegrino si inginocchia in preghiera con animo puro. Nella seconda si trovano gli ex voto: trecce di capelli, nastri, abiti, stampelle ed altro.

La casotta è stata costruita perchè, come narra la leggenda, il Maligno massacrò in quel luogo tre giovani vergini uccidendone due e ferendo la terza che scampò al massacro solo per il pronto intervento del padre che si trovava poco lontano. Nel punto in cui le vergini caddero, avendo resistito alle insane voglie del diavolo, affiorò l'acqua miracolosa che i pellegrini, spesso, portano a casa in ampolle.

Pochi anni fa alcuni soci del Cenro di Storia patria dei Nebrodi, unitamente al parroco della Parrocchia di S.Nicolò di Bari, si sono fatti carico del restauro della cappella che versava in stato di assoluto abbandono e degrado.

Nel ritornare verso la Chiesa i pellegrini avranno cura di seguire il percorso segnato all'andata con piccoli mucchi di pietra (“i munsidditta”); non potendosi tale fatto ricondurre alla devozione deve ritenersi che i pellegrini di un tempo facessero ricorso a tali segni per non smarrire la strada per nebbia o altro.

Alla celebrazione della messa provvede, per uso inveterato, il clero di Castell'Umberto ancorchè la Chiesa si trovi in territorio di Tortorici.

Alla messa, un tempo, assistevano anche le verginelle (“i virgineddi”); ragazze in numero dispari e non in età di peccato che vestivano una tunica nera e corona di fiori alla testa. Provvedeva al loro trasporto e a fornirle di quanto necessario nella giornata colui che aveva fatto il voto, di solito proveniente dai paesi di Tortorici, Randazzo, S.Domenica Vittoria, Floresta, Montalbano, Bronte, Maletto, Acireale ed altri ricadenti nell'ambito del Parco dei Nebrodi e dell'Etna. In genere si ritorna a casa di sera dopo aver pranzato, principalmente con tenera carne arrostita di agnellone, alla serenante e piacevole ombra di qualche gigantesco cerro di cui è cosparsa la zona.


Stampata dal Portale Web Ufficiale del Comune di Tortorici il 19/04/2024