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15/10/2007 SISTEMI INFORMATIVI COMUNICAZIONE E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Ricordate le vittime dell'incidente stradale che nel 1957 provocò una tragedia a Tortorici.
Cinquant’anni fa in un gravissimo incidente stradale si consumò una tragedia per la Comunità di Tortorici. Un camion piomba sulla folla che al buio assiste ad una proiezione cinematografica ed il bilancio è gravissimo. Otto morti e venti feriti, tra cui alcuni molto gravi e che per anni porteranno indelebile il segno di quella disgrazia.  un momento della cerimonia di commemorazione

Sabato 13 ottobre 2007, Tortorici ha ricordato quel momento che segnò la vita di un’intera comunità. A farsi promotore è stato il “Circolo dei maestri” coordinato dal presidente Salvatore Bevacqua e l’Associazione di Storia Patria, diretta dal prof. Rosario Parasiliti con la collaborazione del circolo “Orice” e dell’Amministrazione Comunale del sindaco Maurilio Foti.

Erano le 19:35 di una domenica di festa per Tortorici. Nella contrada San Sergio si festeggiava il santo che dà anche il nome alla stessa mentre nella centralissima piazza Faranda, cuore della città due tecnici dell’Istituto Luce di Roma, proiettavano su uno schermo fissato sulla casa Franchina, il documentario “Università dello Sport”. Il manifesto che pubblicizzava l'eventoC’era tanta gente, soprattutto bambini, attirati in piazza sia dal furgone dell’Istituto Luce, che in giornata aveva pubblicizzato l’evento con il megafono, sia dai manifesti affissi ai muri da parecchi giorni. In tanti erano accorsi anche dalle numerose contrade che costellano Tortorici per la solita passeggiata domenicale e sostavano in piazza incuriositi da quelle immagini proiettate nel buio della piazza e che annunciavano due eventi eccezionali per l’Italia, le Universiadi di Torino del 1959 e le Olimpiadi di Roma che si sarebbero svolte l’anno dopo, nel 1960. Ad un tratto, si sentono una serie di secchi tonfi e contemporaneamente, come travolti da un uragano, decine di persone vengono sbalzate in aria mentre si levano strazianti urla di dolore . E’ un fuggi fuggi generale; ancora si ignora quello che è successo, passano secondi, forse minuti e mentre le urla di dolore soverchiano l’audio del documentario, si accedono le luci della piazza e la scena che si presenta è quella di una carneficina. A terra morti e feriti e sangue dappertutto e lì accanto schiantato sul muro della veranda del circolo “Orice”, un camion. E’ il “Super Taunus” che nel buio di quella domenica ha seminato lutto e dolore. Alla sua guida c’era Sebastiano Giuffrida, un autista di 44 anni, molto conosciuto in paese e che aveva tentato inutilmente di fermare il mezzo lungo la ripida discesa della via Emanuele che porta alla piazza Faranda. Il Dopo il primo smarrimento tutti coloro che non erano stati coinvolti nell’incidente ritornano sulla piazza per prestare i primi soccorsi e con loro giungono anche decine e decine paesani che dalle loro abitazioni avevano udito le grida di dolore. Così l’allarme corre di bocca in bocca e raggiunge anche le contrade più lontane mentre il centralinista della cittadina chiede aiuto alle Comunità vicine. Straziante la scena cui si assiste. Si cercano tra quei corpi distesi a terra in mezzo al sangue parenti, amici, conoscenti. Si spera di non vederli lì. L’opera di soccorso si avvia ma le difficoltà sono tante. A quei tempi a Tortorici, così come nei paesi vicini, non c’erano né autoambulanze né guardie mediche. Giungono sul posto tutti i medici della città e di quelle vicine e si avviano verso l’ospedale di Patti che allora si raggiungeva in quasi un’ora e mezza, i primi feriti. Schiacciata tra il camion della morte ed il muro della veranda muore sul colpo la 46enne contadina Margherita Oliveri mentre le altre sette vittime moriranno per le ferite riportate, o poco dopo nelle loro abitazioni o lungo il viaggio della speranza verso l’ospedale, come la piccola Rosina Beatrice Calamunci di 11 anni che morirà in auto tra le braccia dei suoi soccorritori non prima di aver chiesto notizie del papà che il camion della morte le aveva Piazza Faranda il giorno dopo l'incidentestrappato di mano mentre guardava il documentario. Sebastiano Calamunci, 55 anni, ufficiale esattoriale, il papà di Rosina, morirà anche lui poche ore dopo l’incidente mentre la moglie Rosaria Franchina, di 40 anni, ferita gravemente riuscirà a salvarsi. E’ morta nel 2004 a 87 anni dopo aver cresciuto da sola altri cinque figli.Tra i morti anche un’altra giovane, Gaetana Musarra Conti di 19 anni, guardava la proiezione insieme alla mamma ed alle sorelle Francesca e Sebastiana che pur gravemente ferite riusciranno a salvarsi. Un giovane venditore ambulante giunto da Oliveri per esporre la sua merce al mercatino di San Sergio, morirà anche lui. Si tratta di Antonino Michelangelo Merlino di 19 anni. Le altre tre vittime sono Gaetano Letizia di 76 anni pensionato, Giuseppe Contiguglia di 77, agricoltore e il giovanissimo Rosario Calà Scaglitta di 16 anni, morto dopo dieci giorni di indescrivibili sofferenze, per le ferite riportate a causa dello schiacciamento da parte della folla impazzita. I funerali delle vittimeL’autista del camion della morte, Sebastiano Giuffrida, che nell’incidente riportò solo lievi ferite (morirà all’età di 68 anni a Berlino dove nel 70 era espatriato), sconterà una pena di cinque anni per omicidio colposo mentre le famiglie delle vittime saranno risarcite solo dalla Regione Siciliana con un sussidio eccezionale di 50.000 lire. La disgrazia del 57 di Tortorici che allora contava 11.039 residenti, diede l’input all’allora governo nazionale Zoli di varare una nuova normativa sugli spettacoli pubblici all’aperto, che da quel momento diede maggiore sicurezza agli spettatori.

(scritto da Franco Perdichizzi)

 
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